venerdì 6 aprile 2012

Capitolo 1, la pioggia e la pelle.

piogge leggere, siamo piogge leggere, gocce, devo ripetermelo.
cadiamo di fretta e soffriamo pure le vertigini.

inutili piogge, quelle forti, gli acquazzoni, inutili arrabbiature
un omicidio. micol ha ucciso micol.
quando si è bambini si capisce tutto. non lo si sa elaborare e portare a risultato, a significato
quello che conta è essere felici, ottenere felicità.
quello che ricordo io-della mia infanzia-è un tavolo, una sedia da una parte di esso e un'altra dalla parte opposta, un uomo, una donna ed infine una valigia.
prima immagine se torno indietro, l'unica immagine di cui sento il peso.
uno, una pelle dura e severa, quella che mi ha abbandonata.
una, una pelle morbida e sclerotica, urlante, quella che mi ha fatta rinchiudere.
due pelli che mi dicono di scegliere, di trovare una soluzione, che un modo ci sarà.
che non posso starmi con le mani in mano, devo "agire".
devo ripetermi che io ho bisogno del tempo, l'unica cosa che mi fa stare bene, altrimenti posso chiudere questo blog e darmi alla distruzione.





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