sabato 1 dicembre 2012

Fischia il vento fuori.

26. Ricetta.
27. L'inizio.
5 gocce.
 Farmaco equivalente, meccanisco solo piu complicato.
10 gocce. 
Disturbo.
Nessuno.
Io.
Sola. Qui.
Il disturbo è nelle mie sinapsi. Scatto.
Autoscatto, non controllo. Ho il flash negli occhi.
I miei neuroni schizzano. Corrono. Arrivano; alla meta col fiatone.
Insonnia.
Una moleskine. 19.50€. Scrivo.
E' sabato 1 dicembre 2012 e vorrei una birra in un posto con le luci soffuse.
Della gente.
"40 secondi di niente, trovami un modo semplice per uscirne"
Mi perdo nel bianco. Che la luce abbaglia sempre.
Poi ci vedo col negativo la realtà.
Non è niente di grave, tremo solo un po' di piu, voglio fare la malata. E magari ci riesco anche bene. Nella mia vita il finish non è lucido, è opaco. Non ci sono brillantini ed è una brutta cosa ridere con me.
Perchè con me non esiste farlo. Sono fredda nel mio sorridere e a volte forse lo faccio anche un po' apposta.
Tanto chi vuol capire lo capisce da sè.
Ho una vita dentro un posacenere e nel riflesso delle 6 del mattino.


( la vita è fatta di buchi )
 

sabato 24 novembre 2012

Febbre da venti.

Torno a casa così
sanissima.
L'insoddisfazione.
L'arresto. Lingue antipatiche.
Soldi persi e soldi spesi.
Occhi chiusi che camminano.
L'MDMA.
Un drink, nemmeno degno di esser chiamato Cocktail.
I pensieri.
L'attrazione che tieni per te, nascosta.
I racconti di cui vorresti parlare; e quello sono io.
Una compressa, anzi due compresse prima di dormire. Ogni giorno.
Cadere.

Voce roca. Fantasmi.
Non dormo.
Non dormi.
Chill out con un drink in mano.
Gente fotocopiata. Io ci sguazzo, mi chiamo da sola con l'anonimo, perchè sono uguale a loro.
Nessuno vede. Nessuno osserva, nessuna racconta e nessuno ascolta.
No deep.
"il modo di morire sano e salvo dove m'attacco"
Devo riuscire ad ignorare gli altri. Vestire il mio tempo e i miei occhi come voglio.
Perchè non esisto più. Mi confondo insieme agli altri.
Io che non c'ero mai d'accordo, se mi guardi e mi analizzi sono esattamente seduta insieme a tutti loro.

E io adoro l'inglese.
Vedo scorrere le strade sotto le macchine. Schiacciate.
L'asfalto si frantuma. Vuoti.
Ho l'influenza.
Sono tre anni che passano e si allungano da quando l'influenza mi attaccò.
Cosa ci dobbiamo dire?
Cosa devo dirti per farti arrivare qui?
Trarre a me conclusioni è come dire al vento di essere visibile.
Può farlo sai.. Su un disegno. Che è l'immaginazione.
"Come puoi vivere a testa in giù?"

sabato 3 novembre 2012

M.A.N.I.(n)E.

Lineare.
Contatto.
01.59/
/2.00
"La mente umana 
in questi casi 
non è cosi forte 
da reggere 
il confronto con le emozioni."

Lo servo imbarazzata. Un piatto riattaccato con della colla a presa immediata, è rimasto un vuoto.
Uno sfregio di ceramica è andata a finire sotto il comò. Spazzo ma non trovo nulla.
Probabilmente non ci faccio caso.
"Jessy, dimmi quando hai finito che ti do il mocio, così io spazzo in cucina"
Così rimango ferma, alla fine non è così importante, lei lo dice ma poi non sale le scale.
La conosco da 21 anni, figurati se cambia qualcosa.
Non succede mai niente qua, litorale adriatico.

"Mammaaaaa vieni di sopra, alla fine non vieni mai, che poi vabene lo stesso èh, cioè pulito.. è pulito."
Sale di sopra alla fine.
"Je alla fine sì, pensavo di peggio.-dice con fare soddisfatto- Quel piatto tuo padre lo adorava però.."
Lei se ne va a quel punto, io rimango ancora qualche minuto e rifletto.
Non penso nemmeno a mio padre, ormai il danno è fatto e lui è via da me, da noi due: piu che madre e figlia sembriamo ormai due sorelle, oppure due amiche molto legate.
Così dirigo la testa verso un punto a caso, l'angolo della mia stanza.
Fucsia e bianco. Scegliere il fucsia è stata una scelta sbagliata.. e dopo 7 anni me ne rendo conto.
Quando avevo 17 anni vissi il mese e mezzo (o due mesi, non ricordo di preciso, forse non lo so proprio) piu intenso della mia vita, di quel periodo ricordo solo le notti e le mattine.
Murales contemporanei e per terra c'era l'asfalto distrutto, le briciole d'asfalto brillavano.
Un paio di Vans ai piedi, mani in tasca e un'espressione come a dire "Mh, si.." 
Vedavamo gli stessi dettagli. 
Vissi un rapporto a tre in quel periodo, io lui e i dettagli.
Una mania. 
Anche se in realtà la mania era mia, una sola e non erano i dettagli
MM


giovedì 11 ottobre 2012

Banalità.

Note di Einaudi. Dentro le mani. Le dita. Ombre e buio; incubi
Cosi anche lei un giorno smise di correre, meglio dire "rincorrere".
Ogni giorno era un perseguirsi in giardino, banchetti forniti di gare, pirofile di
fretta, spegnere la luce prendere la borsa, infilarsi le scarpe, aprire la serratura
del portone quidi uscire e richiuderla: ricordarsi di scappare.
Ma poi chiedono il dove.. Possono essere anche solo 50 metri, vedi.
Non è obbligatorio. L'unico obbligo è non averne. Contraddittorietà..
Un sospiro di pazienza. Eh ogni tanto. Ogni tanto si puo..
Banalità.

martedì 31 luglio 2012

La dinamica.

Lui intanto si sta innamorando.
Sento i miei passi muoversi lenti. Il rumore fragile che mi rappresenta, si scosta dalla sabbia in mezzo alla ghiaia.
Seguo la dinamica.
I miei occhi. I suoi occhi.
L'indifferenza e i punti di domanda sono la cornice.
E' il nostro non-saluto.
Il martedi si. Il martedi no.
La coscienza sporca. Di non aver usato bene il tempo.
Di aver parlato troppo e sorriso solo per circostanza, aver ammesso tutto.
Sguardi troppo profondi.
Capirsi all'istante non è cosi positivo..
Le magliette sotto ai maglioncini.
La notte svegli solo per aspettarci.
La penna che cade e la portiera di una FIAT che si apre e poi si chiude.
Psicopatici. Il vino rosso.
La birra scura, pochi clienti e un pub sempre chiuso. Era sempre tardi.
Ma sono io che scrivo.

lunedì 16 luglio 2012

Genere: giallo

Ho ancora in fermento alcuni acidi che tu sviluppasti
il cervello li elaborò, un laboratorio umano.
Tu vivevi le mie sintassi e le mettevi in ordine
tre sorrisi, tre giorni, una settimana, un weekend-un'indagine lasciata aperta.
"Dobbiamo conoscerci il meno possibile: è il fondamento di ogni rapporto decente"

lunedì 25 giugno 2012

PANICO PAURA

quanto volte hai sentito la morte fisicamente
quante volte hai provato a morire
quante sono state quelle in cui ti sei trovato a tremare sul letto
occhi spalancati, capelli ingrovigliati neri.
tentenni mettendo la forza dalle spalle, inerme, senza controllo
pensi alle conseguenze pensi cosa succede e cosa potrebbe andare storto
sempre peggio.
chiudo gli occhi e li strizzo, rivoglio la lucidità
non ho dato via qualcosa di me per sentirmi buttare addosso del sudore
dei denti che digrignano e le mie braccia che stanno attaccate al petto formando una X


le coperte distrutte che io ci vedo i buchi, non riesco a dormire mai perchè non riesco a capire come si fa io tengo gli occhi chiusi e cerco di addormentare la psiche ma quella pensa solo a come allontanare i mostri, a tenermi gli occhi chiusi per non vedere la paura che mi si colloca davanti e non riesco proprio a distoglierle lo sguardo dalla mia bocca.
intanto sento l'aria del ventilatore che ogni 10 secondi soffoca le mie cosce, i piedi rannicchiati e protetti ma i polpacci? sporgono e io provo sempre piu paura, arriva il mal di testa
penso a come farò a dire loro, so che si arrabbieranno e non potrò fare niente
sarà un replay automatico su tutto quello che sto passando ora, qui nel letto, nella parte sinistra.
dove dorme lui che non lo volevo nella mia vita



domenica 3 giugno 2012

così a caso all'una e trentatre

avevi lasciato perdere perchè non credevi che fosse nulla di così grande alla fine
arriva una folata di vento e dopo di chè però cadi
un male del porco tra l'altro! tanto male che ridi e poi piangi

non c'è niente che possa essere paragonato alla mia voglia di chiudere tutte le porte, tutte le finestre, tutto chiuso a chiave. che possa essere paragonato alla mia non voglia di vivere, nemmeno di sopravvivere, nemmeno di sperare di continuare ad andare avanti.
scatto mille foto al giorno, magari ci vedrai qualcosa quando sarà tardi
quando spegnerò la luce e mi deciderò che sarà arrivato il momento di dormire
quasi un letto di morte.
qui i giorni stanno trascorrendo per inerzia e poi è ovvio che sbatti contro il sedile davanti a te
non c'è niente che puoi capire, eppure dicevi che volevi che ti leggessi qualcos'altro di quello che scrivo.
non perdi tempo nemmeno per capire cosa passa qui dentro, il dentro del mio cervello


( ora tutti mi dicono "sei bravissima" "non so come fai a scrivere così bene"
e io "cosa?! no aspetta.. cioè, ripeti??"
essere bravi per essere arrivato al punto di non voler piu bene? )

CHE COSA TI IMPORTA DI ME?


martedì 17 aprile 2012

Gradirei un po' di Brandy.

Rabbia. Un bicchiere rotto.
Credi alle parole? C'è chi crede in dio, chi nell'amore, chi nella solitudine.
Ho lasciato gli scuri chiusi, il cielo non lo voglio vedere, oggi. La strada mi porta ad altre parti, meglio non guardarla, oggi.
Ore 9.09:
Oggi. Cosa c'è da fare? Avevo appena finito di dire che sono una di quelle che non tiene guinzaglio al controllo e poi? Poi confusione; mettiamo in ordine un attimo allora.
L'onestà non è tutto. E infondo questi esseri umani non sono nemmeno fatti per esser coniugati.
Abbiamo inventato tutto. Abbiamo dato un nome alle cose, alle emozioni e alle persone, persino ai sentimenti.
Abbiamo attribuito immagini alle sensazioni. Alla mente.
Per cosa? Per vederci scrollare tutto davanti? Perchè allora a cosa serve sapere tutto di tutto..
Ovviamente sono discorsi delicati, non c'è fluidità.
Il mondo viene giu, e non si tratta di fisica, gravità. Siamo noi persone che ce lo tiriamo addosso, che prendiamo le pietre, ci disegnamo sopra uno "smile"e le tiriamo-dritto-sullo sterno degli altri, con le lacrime addosso, con le colpe che ci portiamo su di un'ipotetica coscienza. Noi, gli stessi che rispondiamo "Va tutto alla grande amico!".
Che sembriamo correre da un ufficio all'altro per mantenere una certa flora batterica, quella della vita, l'equilibrio. Altrimenti al primo sbalzo ci ritroviamo a terra con il trucco colato a leccare il pavimento, cercando di sopravvivere: qualcosa riusciremo pure a trattenere.
Spesso non riesci nemmeno a fare la pipì. Ruzzoli giu dalle scale, non sentivi nemmeno lo stimolo.
Ma intanto se non la fai peggiora la situation.
Ore 9.22:
Brucia. Imbroglia. Sbuccia. Strappa. Non lenisce. Non attutisce, non fa un cazzo insomma.
Peggiora tutto. Non sono ancora riuscita a capire dov'è che sia stato disegnato il punto..
Io sono ancora fragile, dicono di capirmi e sorridono. Di sicuro qualcosa che non và, c'è.
Dire che è tutto ok, che questo periodo sta correndo via lontano sarebbe menzogna.
Ma io sono vera, non sono l'ologramma di una Micol che se ne va. Resto. 
Qui non c'è altro da guardare, ma là.. dall'altra parte c'è qualcosa che è ancora peggio, meglio il niente. 
Al buio perchè questa stanza non ha niente da raccontare, preferisce stare zitta, che forse alla fine capiscono lo stesso. Mille scatole. Luci trasparenti e senza "luce".
Ore 9.34:
Ho smesso con le psicologhe. Con l'inseguire bendata una soluzione che non esiste. Mosca ceca. Mi chiedo a cosa serva restare qui,  digitando lettere, componendo parole: frasi senza scopi. 
Mi chiedo perchè guardo ancora i violini suonare se non succede niente qui. Se guardo la strada mentre è notte e sono in macchina, perchè mi piace da morire, è vuoto. E io lo amo. Amore a prima vista. Il vuoto.
Che se ci metti una luce accanto diventano occhi. A volte verdi, a volte gialli, color Brandy. Quasi arancione.Un aureola nera intorno e ti mozzi il fiato.. 

Così cresci, così a decrescere.

lunedì 9 aprile 2012

Numerazioni.

Si svolge tutto dentro ad una stanza.
Ci possono stare almeno 3 persone.
Un proprietario e due intrusi a quelle pareti.
Chi ti conosce meglio. Piu di tutti. Chi sa cosa fai, cosa ti piace fare.
Il 4° (esterno) sa chi sei, perchè sei nato e quanto bene ti vuole.
Il 1° (proprietario) sa tutto. Sa di scrivere. Sa di raccontare.
Sa di far combaciare le paranoie, sa anche di baciare. Sa che ha quello che non si aspettava.
Si, sa tutto.

A cena con un 5°. (Esterno. Di esterni ce ne sono sempre piu di uno.)
Cibo cinese. Io noodles e ravioli al vapore.
Il 5°, di tutto.
"Ci sediamo qua?" - "Si, certo, come vuoi."
Niente piu. Niente meno. Silenzio.
Shh. Il rumore esterno al nostro tavolo, un tavolino piccolo, per due.
Ma alla fine cominciamo a parlare di sicuro, anche se non ricordo nulla.
Solo una gran cena in fretta, velocissima. Paghiamo, guardata allo specchio: ok, il rossetto non ha sbavato.
Nemmeno l'orario ha sbavato. Ansie. O ansia?
20 e 17 minuti, corri corri! Ma per cosa? Io non lo sapevo.
Non mi dicono mai niente. Sempre all'ultimo. Paura di arrabbiarsi, ecco forse perchè i non-prediscorsi.
Fatto sta che succede tutto e succede niente, che io sorrido anche se vorrei farmi portare altrove, senza un 4° e senza un 5°.
Vorre farmi portare da un 6°, che tra tutte-ora-sarebbe la "persona" con cui vorrei stare di piu.
Guarda le persone, chiedi, rispondi, ringrazia e annuisci. Capisci.
Stringi la mano, ti presenti, sorridi a chi nemmeno magari ti ha guardata in faccia per presentarsi.
Mia madre mi diceva sempre "Sii educata" e lo ero sempre.
Potrei chiedere scusa anche per una carezza, paura di far male anche con quella, tale la paranoia dell'educazione.
Vai al funerale di un 10°, sì mi dispiace. Ma l'obbligo? Lo vedo davanti al cancello di casa che mi urla a un centimetro dal naso. Oddio, caotico. Un cielo caotico.
Alla fine vedo tutto nero, che non ricordo niente. Cioè si, ricordo le persone, le situazioni, insomma i contorni.
Ma i dialoghi? L'interno? I nomi? Ogniuno ha un ruolo insomma. 1° 2° 3° 4° 5° 6° ... 10°.
In mezzo chi c'è? Oppure cosa c'è?
Insomma, non importa, quello che importa siamo noi ..e la caoticità forse.
Perchè? Perchè non saremmo tranquilli mentre dormiamo. Pensate l'inverso.. Mentre dormi sbraiti e mandi a fanculo tutti e poi apri gli occhi, fai tutto quello che devi fare, puoi anche correre verso l'ufficio se vuoi, ma in silenzio. Parlarsi con gli occhi o i gesti.
Darsi la mano senza dire nulla, non freneticamente, prendersi la mano fra le dita e basta, sorriderci.
Scendere le scale per aspettare la metropolitana e fermarsi un po a sentire e chiudere gli occhi a quel musicista con il sax. Oh, il jazz.
E allora... e allora niente.

sabato 7 aprile 2012

Capitolo 2, Qual'è il punto?

Non ho mai saputo gestire nulla nella mia vita, come potrei riuscire a gestire queste situazioni ora?
Comincio a bere acqua. Passano altri 3 secondi, un altro sorso d'acqua e così via. Ho il cuore che corre.
Una tachicardia che mi parla. Sento e vedo i capelli muoversi, un ritmo.
Mi chiedo perchè stia succedendo e soprattutto perchè debba per forza succedere. Di vite ce ne sono tante, insomma.
Forse dovrei andare a letto, sono le 5 meno 6 minuti ..ma io volo, la notte è il mio cielo.
Ora sento tutto morbido, fluido e mio. L'ansia è il mio habitat, la città in cui sono nata e da cui vorrei andare via ma se mai mi trasferissi me ne dovrei andare con la certezza che poi mi mancherà. Che mi mancherà avere quei dubbi fissi, la paura di smettere, la paura di smettere anche di respirare.
Ti fa sentire viva. Io esisto. Qualche anno fa ogni volta che andavo in bagno mi ritrovavo davanti allo specchio, senza spiegazione. E pensavo.. mi chiedevo per quale motivo ero qua, mi pensavo e mi sentivo viva ma nel senso che dicevo "cazzo io sono qui, che sensazione strana, che senso ho?" ora che ci penso era una coscienza. Mi sentivo  come se fossi stata scelta, non so da cosa ne da chi.
Ora che mi trovo qui, con questo stato d'animo, con queste domande, con queste mani sopra a queste parole, ancora non riesco a rispondermi.
Le cose succedono se devono. Non c'avevo mai creduto detto in tutta onestà, ma da un po'.. da un po' credo che invece ci sia un significato.
Ora vi starò sicuramente annoiando, sono  i soliti discorsi dai. Però nel link del mio blog c'è scritto "reflections" e il titolo dello stesso è "shit" vale a dirsi "merda", insomma: merda di riflessioni.
Perchè sono un essere umano, ed è bello sentirsi tale.
A volte no, ecco perchè finisco sempre in negatività. Un lieto fine non c'è mai, nemmeno alla vita; ma dipende da come la guardiamo, c'è chi quella tomba la vede anche una cosa positiva, il tutto in un certo senso, perchè esiste anche il dolore ..o meglio, ne fa parte.
Sono il tipo di persona che riflette e se rifletto non vuol dire che io sia intelligente, per come la vivo e la vedo io è il modo giusto per crearsi paure. (troppo) Spesso inutili.
A volte penso che sia esagerato il modo in cui mi attacco al panico, all'ansia, ai pensieri.
Al fine di una vita e all'inizio di una morte. Ci penso troppo e finisco per dirmi che sarebbe tutto migliore se la smettessi-non di pensare-ma di vivermi, di viverla.
Che dovrei lasciarmi andare, tutto in contro, l'aria cattiva, il vento, gli odori che non mi piacciono e per cui ho la paura costante di vomitare. A volte penso anche che dovrei schiantarmi contro un treno o un tir.
Sono pensieri pesanti e le mie spalle-se potessero parlare-ve lo racconterebbero.
I miei discorsi sono sconnessi. Bipolarismo. Contraddittorietà.
Quindi ora la finisco che è meglio. Insopportabile, non mi sopporto.
Datemi uno schiaffo.



venerdì 6 aprile 2012

Capitolo 1, la pioggia e la pelle.

piogge leggere, siamo piogge leggere, gocce, devo ripetermelo.
cadiamo di fretta e soffriamo pure le vertigini.

inutili piogge, quelle forti, gli acquazzoni, inutili arrabbiature
un omicidio. micol ha ucciso micol.
quando si è bambini si capisce tutto. non lo si sa elaborare e portare a risultato, a significato
quello che conta è essere felici, ottenere felicità.
quello che ricordo io-della mia infanzia-è un tavolo, una sedia da una parte di esso e un'altra dalla parte opposta, un uomo, una donna ed infine una valigia.
prima immagine se torno indietro, l'unica immagine di cui sento il peso.
uno, una pelle dura e severa, quella che mi ha abbandonata.
una, una pelle morbida e sclerotica, urlante, quella che mi ha fatta rinchiudere.
due pelli che mi dicono di scegliere, di trovare una soluzione, che un modo ci sarà.
che non posso starmi con le mani in mano, devo "agire".
devo ripetermi che io ho bisogno del tempo, l'unica cosa che mi fa stare bene, altrimenti posso chiudere questo blog e darmi alla distruzione.





mercoledì 4 aprile 2012

her

Che qualche ragazzo con un cervello sensato come le intendo io pronunciasse la parola "lei" riferendosi a me mi ha sempre fatto uno strano effetto.
E non qualsiasi altro nomignolo.. Lei, semplicemente.
" Lei che.. "

mercoledì 28 marzo 2012

vuoti trasparenti

le labbra cianotiche quasi
bianche, la pelle indebolita
senza i suoi riflessi ambrati, ma totalmente bianca
pallida poi svenne.
cosa successe in quel momento?

Sono momenti che fanno paura, come se tutto quello che hai vissuto fin'ora ti sia stato non d'aiuto ma di peso.
Ed io lo so.. lo ripeto a tutti da giorni. Oggi sono caduta, mi hanno buttata giu.

ora sto quasi bene, ho solo un gran sonno e un gran bisogno di appoggiare i pensieri e i problemi sul comodino, puntare la sveglia per riprendermeli e dimostrar loro che sto andando in centro a stare ancora meglio di quando mi sono risvegliata da quel sonno incosciente.
sto scrivendo per nessuno, nemmeno per me
nemmeno per me riesco a sorriderci sopra
non so piu essere generosa a me stessa, e
rifiuto ogni proposta per recuperare gli anni di
totale irresponsabilità, come se ora invece voles-
si riportarli avanti, ricondurre una vita senza i
pensieri costanti, che tral'altro mi ero promessa
di lasciare di là.
quando penso di essere diversa, che poi io sono
nata per esserlo allora in quel momento si annulla
tutto, improvvisamente diventa buio e non riesco piu
a credere che invece potrei cambiare qualcosa.
in realtà non sto facendo niente di quello che mi piacerebbe
fare, non c'è strada e io vorrei fare solo quello che mi va
senza dar conto alle fatiche che invece dovrei prendermi su.
sembra un po' come quando pensavo di non voler mai andare
oltre ai 16 anni, mentre ora voglio i 18, solamente per un motivo:
andarmene quando mi va da questa città, senza dover prima
chiedere il permesso di svuotare me stessa ogni tanto.

venerdì 9 marzo 2012

10/03

è il momento di scappare
e c'avevo provato, un treno, Milano
quasi 4 ore e 15 euro per guardare fuori da un finestrino
ma quanto mi era piaciuto..
domani vorrei tornare, aspettare il mattino, le prime luci e i primi orari
correre in un'ora e venti verso Bologna per poi cambiare e prendere il treno per Milano Centrale, altre due ore e qualcosa

 - 03h/43m PM
voglio un cielo di pioggia, la voglio assolutamente
come una persona che mi manca, ne ho bisogno
ma ditemi, come si fa ad aspettare? come faccio a capire quando è il momento..
poi io non capisco mai niente, una deficente perfetta
ma la pioggia mi fa capire tutto, vedo le gocce scendere e ogniuna di esse mi guarda
"salvami, salvami!" - un'altra..- "fra poco morirò, abbracciami e fermami"
dovrei fermare anche il tempo quando faccio quello che mi pare e dormire un po'
invece lo faccio solo quando non dovrei, di mattina quando tutti sono svegli
io me ne vado
con gli altri non riesco a conviverci, è brutto
rinchiusi dentro ad una stanza e guardi sempre con la coda dell'occhio il cielo
l'unico compagno sincero e non nasconde mai se stesso



le persone alla fine si accorgono di tutto e a me scoccia
perchè non ho voglia che si accorgano che io abbia bisogno di qualcosa
poi hai paura che uno faccia o ti dia ciò di cui hai bisogno solo per "pena"
e dove sta il piacere? una soddisfazione?




lunedì 13 febbraio 2012

SANGUE


" ora solo per me "
è?!
ascoltarmi mentre sono di cattivo umore richiede uno sforzo comprensivo immenso
la pragmatica di quel libro è noiosa, banale, la solita sbobba per 14enni con i cuoricini scritti in fronte
io? ho due tre anni di piu, la cosa è ancora piu insulsa ..ma ti dirò, mi sento di piu, me lo dicono anche loro..
una cocainomane che mi dice quanto sono cresciuta da quegli anni in cui vivevamo insieme, ragazzi che non si aspettavano la mia età ma che, bensì, avevano preveduto almeno 19 anni
alcuni 23enni che si perdono nelle parole che scrivo
alcuni che si perdono dei vestiti che porto addosso in un locale, alcuni nella musica che ascolto e altri ancora che spengono la luce e dicono di sognarmi
cosa voglio dire? assolutamente niente

ascolti una canzone di Gilmar e ne ascolti ancora un altra, finisci con tutta la discografia nelle orecchie
poi finisci che non sai piu niente, hai le lacrime scese ormai e qualcuno ti dice che scrivi bene
ma non è bene se quello che scrivo è male e non ti fa stare bene
allora imparo come si fa, cosa si deve fare, se spararsi dell'acqua addosso per schiarire le idee è bene
o se devo passare l'aspirapolvere sopra ad un'altra biografia.. un'altra mia (bipolarismo)
platonicità, complicità, semplicità, assuefazione, saturazione, serietà (no), che altro?
ah, matificazione... insomma, opaca
apatica insieme ad altri due aggettivi che ora non ho voglia di farmi venire in mente
non c'è cosa o frase che brilli, nè luce che la illumini.. ma posso assicurarvi quanto io possa vederle
anche nel buio.





mercoledì 18 gennaio 2012

Và così



E' una serata triste.
Nessuno lo sa.. nessuno sa mai niente.
Non voglio far sapere nulla, non voglio farmi trovare, su queste strade.
Non voglio farmi trovare impreparata. 
Non so chi possa capire come si sta.. come sto, come si stia in questa posizione.
In cui i movimenti valgono piu della situazione stessa, piu della profondità della canzone che stai ascoltando.

"la tua storia è uguale alla mia storia" ..mi conoscessi, ecco forse si.
Dobbiamo perderci, ora che ci penso è cosi che si trovano nuove stanze, nuove porte, nuove distanze.
Perchè ogni giorno non da novità. Ho l'abitudine di lasciare le cose al loro posto, lasciar prendere polvere a tutto quello che lascio sulla scrivania.
Rischio.. sì, rischio un bel po' che le cose poi prendano troppa polvere e che poi magari smettano di funzionare.
La mia finestra è sempre aperta, da fuori vedono la luce accesa, c'è qualcuno.


"per tutte le persone la fuori che si cercano e non riescono a trovarsi" 
vorrei che qualcuno mi vedesse da lontano come dice lui e notasse cosa manca 
cosa c'è che non quadra, quale attimo è che ci deve unire, chi riconosce gli sguardi?
chi sa sentire o no cosa si prova? e chi sa capitare nel posto giusto e saper osservare i passi, chi sa dire quello che gli piace della persona che ha davanti?
chi è stanco?
Se mi leggi ti prego, leggi con l'umanità, con quello che abbiamo in piu.. leggi con la pelle, col respiro e il calore, leggi col sangue, con la luce soffusa, fai play sulla canzone che ti ho proposto. 
good night