martedì 2 aprile 2013

Chine.

A questo punto non dovevo arrivarci. Non dovevo tornarci.
Mentre ripasso un disegno mi si spezza la punta del  pennarello, china da 0.1
E io allora me ne sto qui. A parlare di me con me.
A pensare ai miei mesi con me.

Una macchina mi viene a prendere. Arriva nello stesso momento in cui io arrivo al punto d'incontro.
Zitta salgo, chiudo la portiera, con le mani nelle tasche del mio eskimo.
Terza e partiamo. Io guardo fuori un po' dal mio finestrino e un po' alla strada che proseguiamo, avanti a me.
Con gli occhi fluidi e indifferenti, continuo a guardare avanti. Mi mordo le labbra e tolgo le pellicine, me ne sto tutta composta, prassi. Dato che aspetto un gesto. Qualche mossa. Qualche movimento. Una parola.
I suoi discorsi sempre freddi e a bassa voce. Cose dette per farti smettere di star così.
Che io invece son diretta e mi dispiace, gli dico. Che nei mesi ci son cose che son rimaste, aggiungo.
E aggiungo anche che non può fermare la crescita dell'erba nonostante l'aver piantato un seme solo per sentirsi soddisfatto.
Voci calde. Entriamo.
Ci siamo messi d'accordo per chiarire alcune cose, e che a casa non saremmo riusciti, lo sappiamo troppo bene.
Mi dice che dobbiamo stare fermi che dobbiamo staccare e aspettare che qualcosa sbuchi fuori di nuovo, perchè-aggiunge-che abbiamo bisogno di spazi nonostante il nostro tipo di relazione,  ma che qualcosa tornerà di sicuro.
Così continua a parlare in modo molto tecnico, come se fossimo a una riunione d'equipe di un'azienda. Fa degli elenchi e indica punti a caso sul tavolo di legno.
Io ho poche cose da dire invece. Però sto zitta.
Vorrei che qualcosa lo ammettessimo. Che ci svelassimo qualcosa dopo tanto tempo.
E quindi tutto finisce, la birra nella tazza di ceramica finisce, la sua pinta pure, il pub chiude e io torno a casa a piedi.
Con le mani nelle tasche del mio eskimo. Cammino e sta notte sto con Ravenna e il mio freddo.
Una pizza baby in un posto ancora aperto e mi siedo; anche perchè la vans sono un po' scomode dopo un po'.
Lui andrà a ballare sorridente, un sorriso vero. 
Ora il tempo è deserto, ma su facebook arriva un messaggio.

























1 commento:

  1. Le tue parole sono meravigliose e lo penso realmente.
    Non smettere di scrivere, non smettere in qualsiasi caso.

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